INTRODUZIONE

 La Risonanza Magnetica in pochi anni dalle prime applicazioni cliniche (anni 1982-83), è diventata una tecnica diagnostica fondamentale per indagini sul cervello, midollo spinale, colonna vertebrale ed articolazioni.

E' ampiamente utilizzata per identificare tumori, per studiare i grossi vasi sanguigni ed in generale come metodo diagnostico sui bambini.

Si tratta di una tecnica completamente non invasiva in grado di produrre immagini dei tessuti molli con contrasto sette o anche otto volte migliore di quanto si possa ottenere con una TC ed in più senza l'uso di radiazioni ionizzanti.

Inoltre, i sistemi a RM sono in grado di fornire immagini lungo più direzioni (assiale, coronale e sagittale), senza dovere riposizionare il paziente.

L'assenza di radiazioni ionizzanti, ne fa una tecnica ideale per l'imaging pediatrico.

 

Quando il corpo umano è inserito in un "forte" campo magnetico, alcuni nuclei, quali per esempio quelli dell'idrogeno, si allineano, ruotando nella direzione del campo applicato. Se poi questi nuclei vengono investiti da un'opportuna energia a radiofrequenza, assorbono tale energia e passano in uno stato di eccitazione. Quando l'energia a RF viene tolta, i nuclei ritornano nel loro stato di equilibrio rilasciando un segnale RF rilevabile.

Questo segnale permette di caratterizzare i diversi tessuti e quindi di costruire un'immagine multi-parametrica.

 

Nel confronto con la TC la Risonanza magnetica offre alcuni vantaggi :

 

Per alcuni aspetti tuttavia la TC risulta preferibile, per esempio:

 

Inoltre, anche se priva di radiazioni ionizzanti, la RMN presenta qualche rischio:

 

Pur essendo una tecnica non invasiva, a volte può rendersi necessario ricorrere all'iniezione di mezzi di contrasto paramagnetici, quali il Gadolinio, per migliorare l'immagine; in altri casi poi, può essere utile ricorrere a sedativi per quei pazienti che diano segni di claustrofobia durante l'inserimento nel magnete.

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